Fino a qualche mese fa Rocky conosceva solo maltrattamenti. Botte e umiliazioni per un pastore tedesco di due anni e mezzo, trasformato in un animale violento per colpa dei due padroni, che lo tenevano incatenato anche sotto la pioggia, alla periferia di Viterbo. Fuggito da loro, preso da un’accalappiacani, accolto in casa da un nuovo proprietario, ma poi riportato al canile dopo averlo aggredito e morso sulle braccia, per il recupero del cane sembrava troppo tardi. Una storia che per Rocky poteva finire male, con un’iniezione letale, come prevede la legge. Ma la drammatica vicenda del pastore è diventata invece una favola a lieto fine.
Ora infatti Rocky è un cane poliziotto. Merito degli operatori del servizio veterinario della Asl di Viterbo, che si sono rifiutati di ucciderlo, e degli agenti del Centro addestramento della polizia di Nettuno. Dopo nove mesi di tirocinio, superati con il massimo del punteggio, l’ex pastore violento è pronto a entrare in servizio ad Ancona. La sua nomina a cane poliziotto è arrivata la settimana scorsa, a Nettuno. «Era bellissimo, si muoveva agile e sciolto – racconta Antonella Bruni, del Servizio veterinario di Viterbo – accanto al suo conduttore, un agente bravissimo, capace e con un carattere solare: fra loro c’è un grande feeling. Sono sicura – aggiunge – che si farà valere, che farà del bene alle persone, magari anche a chi non lo ha capito, o che lo avrebbe voluto morto».
I veterinari viterbesi hanno applicato la normativa Martini, interpretandola in modo diverso dal solito: fino alla nuova adozione, gli oneri economici di mantenimento e di recupero comportamentale del cane sono stati addebitati ai proprietari perché ritenuti responsabili della condotta violenta di Rocky. «Il cane – prosegue la Bruni – è stato affidato in un primo momento a Vincenzo, un istruttore qualificato che lo ha addestrato con uno schema tranquillo: attività giornaliere, cibo adeguato e corretto riposo. Rocky non è un cane comune e non avrebbe potuto avere un padrone qualsiasi, altrimenti si sarebbe cacciato di nuovo nei guai».
Conclusa questa prima fase di allenamento è scattata la seconda, dopo aver interessato della questione i responsabili del Centro della polizia di Nettuno che ha nominato una speciale commissione. Ora, visti i risultati, l’iniziativa potrebbe essere ripetuta anche con altri esemplari vittime di comportamenti sbagliati da parte dei padroni.
Rinaldo Frignani – Corriere.it