NEW YORK La prova del Dna per incastrare due uomini responsabili di crudeltà contro gli animali. E’ la prima volta nella storia di New York che il test genetico viene utilizzato a questo scopo, e servirà a portare dietro le sbarre due uomini che rischiano pene estremamente severe. Angelo Monderoy, 20enne residente a Brooklyn, rischia 15 anni di carcere e il rimpatrio a Trinidad per aver dato alle fiamme il micio Scruffy, dopo averne cosparso il corpo di un liquido infiammabile. La sentenza potrebbe essere così grave anche perché l’uomo è stato incriminato per furto con scasso e piromania, avendo commesso il fatto in un appartamento all’interno del quale si era introdotto. Il gatto è sopravvissuto, ma è stato necessario abbatterlo per via delle terribili ustioni riportate. Sulla scena del crimine, gli inquirenti hanno avuto modo di raccogliere un campione di Dna e dimostrare che era quello del gatto. Il Dna è stata un’importante prova per incriminare il 20enne di uccisione aggravata dalla crudeltà. Questo ha avuto un riscontro anche nella sentenza. Una storia non troppo diversa da quella di Lordtyshon Garrett, 33enne e anche lui di Brooklyn, che ha picchiato con l’ombrello la gatta Madea, in modo talmente violento da ucciderla. Anche in questo caso gli investigatori hanno utilizzato il Dna come prova per incriminarlo. Sono riusciti a ottenerlo attraverso i morsi che il gatto ha impresso sul manico dell’ombrello. Garrett rischia fino a due anni di carcere. “Il Dna come strumento legale è uno sviluppo innovativo”, ha dichiarato il dottor Robert Reisman, coordinatore medico dell’Aspca, associazione Usa contro la crudeltà verso gli animali, “e sarà un aiuto enorme per assicurare i torturatori di animali alla giustizia”. |
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