Ogni estate a caccia della pensione ideale

Le vacanze sono un momento
difficile se si ha un cane
Ma Fido non si accontenta
che del padrone

beppe minello
torino

Ti amano così tanto che di un cane, più dei momenti belli, ricordi quelli tristi. Quegli attimi in cui ti sei reso conto di avergli dato un dolore e lui, che comunque non smette mai di volerti bene, ti guarda rassegnato e deluso.

Momenti che quasi sempre coincidono con l’estate. Quando Fido diventa un problema per chiunque non voglia rinunciare a vacanze e viaggi che non siano anch’essi a misura, sempre e comunque costosi, del nostro amico bavoso e scodinzolante. E allora, sondati con circospezione gli anziani genitori e i loro sempre rigidi programmi vacanzieri, scartati immediatamente i figli già impegnati in soggiorni dove non oseresti mai infilare il tuo adorato cagnone, ti rassegni a cercare un rifugio, una pensione, uno di quei luoghi dove «tengono i cani».

Si comincia consultando l’amico veterinario, leggendo qua e là tutto ciò che si trova al riguardo e finendo importunando gli amici con il tuo stesso problema.

Sicuri di sapere e potere scegliere il meglio, fatti due conti quasi sempre salati, in genere si finisce per scegliere l’oasi di Vattelapesca nella campagna che circonda il paesone della cintura dove vialetti di ghiaia pettinata, linde baracche e verde ovunque, ti fanno sentire a posto con la coscienza, certi di aver scelto il meglio per lui che, al tuo fianco, ti guarda poco convinto.

Certo, quella stanzetta con letto ricavata tra le gabbie dove lo chiuderanno «solo la notte, stia tranquillo», dovrebbe farti riflettere: se trattano così il guardiano, chissà i cani… Ma no, al contrario – ti assolvi – è la prova che c’è sempre qualcuno che bada al tuo amico. Sarà, ma quando torni a riprenderlo è catatonico. Gli fai le feste, lo accarezzi, ma tutto è inutile: gli occhi sono sbarrati e non risponde a nessuna sollecitazione, nemmeno di fronte ai biscotti preferiti. Passerà una settimana primo di vederlo tornare alla normalità, alla confidenza di sempre e mai, va da sè, riuscirai a farti spiegare se era terrorizzato o solo offeso dal trattamento ricevuto all’«oasi» di Vattelapesca.

L’anno dopo si ricomincia da capo. E pure questa volta ti convinci di aver trovato il posto ideale dove il gestore è un ex istruttore di animali e a riprova di quanto bene vogliono ad essi, scopri che accanto al canile c’è pure un cimitero per i nostri amici con tanto di lapidi, dedica e foto. Esagerati? Forse, ma tutto concorre a farti sentire meglio. Eppure, che stretta allo stomaco quando lo chiudono dentro un gabbione e ti allontani con lui che ti guarda silenzioso. Te ne vai, fingendoti rassicurato dalle parole del guardiano: «Ogni giorno lo farò uscire e giocare…». La realtà è che lui vuole te e nessun altro. O meglio, almeno un surrogato di te che, a ben cercare, lo trovi l’anno dopo in una signora che apre la sua casa di campagna ai cani di amici e conoscenti e, come fossero tutti suoi, trascorre l’estate in mugolante compagnia. Fido è felice, tu sei felice. Cosa pretendere di più? Magari, quest’anno, provare a tenerlo con te.

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